Alla sua prima prova come regista, Fabio De Luigi (anche protagonista del suo Tiramisù), convince a metà: perfetta la prima parte, più prevedibile l'ultima mezz'ora, il film attinge all'innata carica di De Luigi e cavalca i danni della sanità, assediata da aziende e venditori di farmaci scorretti. In breve: impegnato a fare carriera per essere degno di una moglie bella e tutta di un pezzo, una Vittoria Puccini davvero paziente, oltreché casalinga e cuoca perfetta (suo il tiramisù del titolo, pass partout del marito per convincere o primari a scegliere farmaci e macchinari della sua azienda), Antonio Moscati azzecca la strada giusta per il successo, ma perde se stesso. A fare da contorno, un cognato cinico (belle le battute affidate ad Angelo Duro), trentenne divorziato con una figlia, 9 anni di acuta generosità, e un amico musicofilo, tormentato dai debiti accumulati per fare girare un locale vintage (Alberto Farina). Squadra simpatica, si sorride e alla fine... si pedala.
Susanna Tanzi