Confusione. Uno stato dell'anima, un modo di essere o di vivere, lo specchio dei tempi o un luogo della nostra mente. Qualsiasi cosa sia è contagiosa. Sembrerebbe proprio, ora più che mai, che la confusione regni incontrastata nelle nostre vite.
Dallo spread che sale e scende a questa inossidabile crisi che non passa più; dal lavoro dei sogni che è ormai un'utopia marziana a quei famosi due cuori e una capanna. Essere in due e aver scongiurato una singletudine altalenante oggi è già un successo, se poi c'è pure una capanna allora siete nel girone dei privilegiati! Per non parlare di (coraggiose o incoscienti?) neo mamme alle prese con l'agognato cosiddetto 'work life balance'. Sono nate perfino delle nuove figure mitologiche come le 'mumpreneurs', non spaventatevi, sono solo delle creature sublimi: metà mamme e metà imprenditrici. Poi c'è il bombardamento mediatico, croce e delizia dei nostri tempi, che non aiuta. I media tradizionali, stampa e TV, sono quasi un ricordo dei nonni. Se oggi non hai un computer o tablet o smartphone che sia, come appendice del tuo corpo, per essere connesso h24 con il mondo, allora sei quasi da evitare.
Se le notizie, le e-mail e i messaggi o le foto non ti raggiungono ovunque; se non hai un po' di profili sui social network più
à la page e non puoi condividere tutto (ma proprio tutto) delle tue giornate ma allora che vita è!
Sì, lo so. Che confusione! Quale termine o sensazione potrebbe essere più calzante in questi tempi. Ma, tanto per farvi crollare anche l'ultima certezza, proviamo a sfatare l'accezione negativa della confusione quale unica possibile. Se dalla complessità, dal fermento, dalle sfide e dal continuo mettersi in gioco nascono le opportunità, allora tutto questo potrebbe essere solo preludio di un futuro diverso che oggi non riusciamo ad immaginare.
Mara Cella